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SETTE EMOZIONI E GRANDI FESTE, Off Off Theatre Roma, 2019

 


 Clicca qui per gli estratti del play di Ottavio Rosati

GRANDI FESTE CON FUOCO

 

Clicca qui per l'articolo di Jaak Panksepp e Antonio Alcaro

presentato da Alcaro durante la sua lezione per la Scuola di Specializzazione IPOD

Il lavoro di ricerca dello psico neurologo Jaak Panksepp si basa prevalentemente sull’analisi del comportamento e dei processi cerebrali negli animali. I suoi studi riguardano una parte molto antica e profonda del cervello, sede dei comportamenti istintivi e della regolazione omeostatica e viscerale, che Paul MacLean aveva indicato come il “cervello rettile”. Questa zona del cervello, posta tra il midollo spinale ed i due emisferi cerebrali, per Panksepp è l’area del core-Self, perché in essa risiede il nucleo istintuale ed archetipico della personalità individuale. Allo stato attuale la ricerca di Panksepp ha individuato sette circuiti neurologici legati a sette emozioni di base: 


BRAMA SESSUALE
GIOCO 
CURA
RICERCA

COLLERA
PAURA
TRISTEZZA

La proto-coscienza affettiva elaborata nelle aree del core-Self non è soltanto la prima forma di coscienza, ma costituisce la condizione necessaria per ogni possibile forma di rappresentazione cosciente, orientando aprioristicamente la coscienza lungo determinate direzioni di senso.
Panksepp la definisce una coscienza nomotetica (dal greco nòmos = legge, e tithénai = porre, stabilire) che pone le fondamenta generali distinguendola dalla coscienza idiografica (dal greco idìos = particolare e gràphein = scrivere) che invece assume su di sé degli oggetti o delle rappresentazioni specifiche.
Tutte le problematiche psicopatologiche e psichiatriche sembrano derivare da un funzionamento anomalo dei Sistemi Emozionali e della loro relazione con le strutture cerebrali superiori.
Conviene tuttavia partire dalle neuroscienze cognitive, che costituiscono il più diretto bersaglio delle teorie di Panksepp. Come è noto, le neuroscienze cognitive sono portatrici di una visione duplice e per molti versi contraddittoria del rapporto tra mente e cervello.
Da un lato, infatti, sostengono un rigido materialismo (battezzato appunto materialismo eliminativo) secondo cui gli stati mentali non sono nient’altro che stati del cervello.
D’altro canto considerano il cervello come un convertitore di processi fisici in processi formali-astratti, cioè un costruttore di modelli di realtà e un elaboratore di informazioni.

 


Il modello teorico della scuola di Specializzazione in psicodramma IPOD (che collega il role-playing psicodrammatico e sociodrammatico alla concezione del gioco di Donald Winnicott e all'immaginazione attiva di Jung integrandola con la teoria del rispecchiamento evolutivo di Fonagy e Target) individua un modello psiconeurologico per il trattamento del PTSD, nelle ricerche di Jaak Panksepp sui circuiti sotto-corticali.
La scuola IPOD dal 2018 divulga questa visone del cervello-mente in serie di socioplay dedicati alle sette emozioni di base.
Dal punto di vista tecnico la funzione che Panksepp chiama 'ri-consolidamento' corrisponde alla 'catarsi di integrazione' che, in psicodramma consente di ristrutturare i ruoli alienanti e alcune forme di PTSD affettivo. 

 

 
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