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Generazioni da Storia Nasce Storia

 

Dario Buzzolan, PSICODRAMMA, LA SOFFERENZA ILLUMINA LA TV
STAMPA SERA, 5 novembre

AL CARIGNANO. Ieri sera la gremita presentazione del programma di Raitre «Da storia nasce storia», ne parlano Ottavio Rosati, Fernanda Pivano, Rosalia Maggio

Un Carignano unico, quello di ieri sera. La quantità di pubblico, gli abiti, gli ospiti illustri erano quelli delle grandi occasioni. Diverso, però, era lo spirito. Si presentava «Da storia nasce storia», la trasmissione ideata e condotta da Ottavio Rosati che, dal 20 ottobre, presenta ogni domenica su Raitre uno psicodramma in versione televisiva.
Spiegare, con esattezza e senza addentrarsi in difficili questioni psicanalitiche, che cosa sia uno psicodramma, non è cosa facile. Si può definirlo, con buona approssimazione, come una tecnica psicoterapeutica che pone il soggetto al centro di un'azione scenica improvvisata il cui filo conduttore è costituito da episodi determinanti della sua vita. Lo scopo, naturalmente, è di tipo catartico, liberatorio: il soggetto acquista maggiore coscienza di sé e, al tempo stesso, si libera del negativo.
E se lo psicodramma è essenzialmente rappresentazione, è come tale efficace non solo sul soggetto che lo recita (o per meglio dire lo vive), ma anche sul pubblico. Lo si è visto bene ieri sera: i frammenti di psicodrammi proiettati sullo schermo gigante allestito al Carignano creavano una sorta di compartecipazione, di comunanza emotiva tra il pubblico e gli «attori» degli psicodrammi; e le lacrime di liberazione del soggetto e dell'intero gruppo hanno fatto, qua e là, capolino anche in platea. Rosalia Maggio, ospite in quanto protagonista di un commovente psicodramma prossimamente in onda, ha scherzato e scambiato battute con gli spettatori prima, durante e dopo la serata; e Fernanda Pivano ha raccontato della sua visita all'istituto di Beacon, fondato dal padre dello psicodramma Jacob Levi Moreno, insistendo sulla grande forza di coinvolgimento e di attrazione esercitata dallo psicodramma.
Ma che dire, da un punto di vista strettamente televisivo, del programma di Rosati? Certo gli argomenti, e il modo stesso di rappresentarli, possono turbare, spaventare, persino urtare lo spettatore, insomma indurlo a cambiare immediatamente canale. Ma, superato il primo momento di imbarazzo, la trasmissione emana tutto il suo irresistibile fascino. «Da storia nasce storia» rappresenta indubbiamente una grande sfida alla televisione dominante. Perché l'ottima regia di Claudio Bondì, il montaggio,le luci vanno contro la piattezza cui la peggiore televisione «d'intrattenimento» ci ha abituati. E, soprattutto, perché si tratta di una trasmissione che scava nel profondo e che, decisamente controcorrente, evita i luoghi comuni da «migliore dei mondi possibili» che ormai regnano indisturbati in tv, mostrando che, come ha detto ieri sera Federica, protagonista di uno degli psicodrammi più toccanti, «la sofferenza non si deve nascondere, e i panni sporchi non sempre vanno lavati in casa». Chi glielo spiega, ai Signo

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