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IL PAPPAFREUD un programma di Ottavio Rosati e Alfredo Antonaros con Teto (Rai Sat - 2001)

Erano anni che parlava nel sonno e si agitava, il mio amato Teto, un cacatoa alba da me impiegato in timide esperienze di pet-teraphy insieme con altri pappagalli e piccoli mammiferi. Come curarlo?
Salgo a Termini sulla transiberiana e parto alla ricerca di uno sciamano. Cerco e trovo il più caro. Alla mia domanda se il Teto possa essere una reincarnazione in cerca di pace, il medicine-man si ritira con lui nella capanna del fumo. Passo la notte da solo in una pozzanghera gelida. All’alba lo sciamano torna e rivela che Teto effettivamente è la reincarnazione di un suo collega occidentale. Un certo Freud, vissuto a Vienna e fuggito a Londra per contrastare la maga Melania. Così edotto, torno in Europa.

Capodanno del nuovo millennio...

Due tibetani scalzi, che portano in mano una scatola di sigari e l’Ordine degli Psicologi bussano alla porta del mio studio-zoo verso il tramonto. Non appena li vede, Teto grida e lacera il libro con il becco. Poi si accende un sigaro, un prodigio. Gli altri pet tremano di paura. Mi inchino ai monaci e offro un thè. Il più anziano completa la rivelazione siberiana: il grande Freud ha sKarmato di brutto ed è rinato cacatoa per aver costretto troppi allievi a ripetere il suo pensiero a pappagallo. Di Teto-Freud, io non sono certo il padrone ma un servo umilissimo. È mio compito karmico informarlo sui nuovi sviluppi della psicoanalisi, soprattutto sul passaggio dall’invidia del pene a quella del seno: madre, latte, oralità varie. Dovrò istruirlo sui temi preferiti e sulle scoperte della maga Melania. I due monaci sono appena usciti che dalla libreria cadono giù le opere di Jung, Klein, Ferentci. Rabbrividisco. Suona il telefono: è il mio amico Alfredo Antonaros, lo scrittore. Che vorrà da me? Sul tappeto intanto si materializza una Sacher torte. Sulla glassa spicca un gambero rosso.

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Ottavio Rosati con Teto e sua moglie Iside in una Notte Bianca al Circo Massimo di Roma - Foto Lucia Campione - © PLAYS

"Il Pappafreud" (2001) ideato da Ottavio Rosati per Raisat Gambero Rosso, scritto e condotto con Alfredo Antonaros, si basa sull'idea che Sigmund Freud, per punizioni karmike, si sia reincarnato in Teto, il Cacatoa Alba che vive con Ottavio a Roma Trastevere. Così lo psicologo di scuola junghiana porta a spasso il suo Pappafreud per mercati e ristoranti in una specie di psicodramma in situ che raccoglie le domande del pubblico sul mondo del cibo. Le risposte saranno date in studio con l'aiuto di scene eno-gastronomiche di celebri film.
Così facendo, il prof. Freud è finalmente costretto a prendere in considerazione le teorie di Melanie Klein che spostò l'oggetto dell'invidia dal pene al seno.
I

 

Nella foto sotto: Ottavio Rosati, Teto e Alfredo Antonaros sul set del programma.
A sinistra spunta appena un'angolo della gabbia di “Panza del ventre”, 
uno scoiattolo (Kallosciurus Prevosti) super nutrito dagli chef padroni di casa: Igles Corelli e Bruno Barbieri.



 

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