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Citazioni di Fernanda Pivano su Ottavio Rosati

 

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tratto da wikiquote di Fernanda Pivano

  • 50 anni! Non è possibile, per me ne avrai sempre 18 a spiegarmi cos'è il super io, a dirmi senza ridere che l'uomo è cacciatore, a chiedermi cosa vuol dire he took my cherry di Ginsberg. Quanti ricordi, quante birbonate, quanti petali dolcissimi della tua gentilezza. Quante speranze per il tuo futuro di intelligenza e bravura. Grazie Ottavio, Dio ti protegga sempre. (1)

  • Aveva, ha, avrà sempre uno humour irresistibile, più dolce del sarcasmo romano, che usa soltanto quando proprio gli fanno perdere la pazienza. Ricordo che molti anni fa lo sperimentò anche un illustre analista, il professor Gerard Adler [...] venuto a Roma ospite del Congresso di Psicoanalisi junghiana organizzato da Aldo Carotenuto. Rosati doveva accompagnarlo in un albergo lontano dal centro e per fare più in fretta non rispettò nessuno dei sensi vietati. Il professore diventò sempre più silenzioso finché a una svolta spericolata disse: Ma dottore, qui è vietato passare. Rosati, con uno di quei suoi sorrisi contagiosi, rispose: È vietato, ma non impossibile. Il professore dopo un attimo di imbarazzo si lasciò conquistare dalla situazione e rise come un ragazzo. (2)

  • Cominciarono anche le regie teatrali di Rosati […] nel 1986, al Teatro Stabile di Torino con una memorabile messa in scena psicodrammatica di Ciascuno a suo modo in onore dell’anniversario di Pirandello. Ricordo che quando lo spettacolo-sociodramma, dopo un intero anno di lavoro rischiò di essere bloccato da intrighi e scandali assai simili a quelli immaginati nella commedia, Rosati precipitò in una disperazione insospettabile in uno psicoanalista e altrettanto sfrenata della sua spontaneità: una disperazione dalla quale lo vidi uscire non con l’analisi ma convocando un’intera banda di “pazzarielli” napoletani che rivelarono l’intrigo per le strade di una Torino sgomenta, in un Living Newspaper che legava il Teatro Carignano a Piazza Carignano e a mezza città. (3)
  • Più di un critico salutò Da Storia nasce Storia come la nascita di un nuovo genere televisivo e lo scrittore Harold Brodkey, il "Proust americano", dopo aver capito il contenuto di alcune sequenze attraverso le sole immagini, parlò di "un miracolo possibile solo all'anima italiana [...] forse l'aspetto più clamoroso di questo programma di Ottavio Rosati non sta nelle puntate ma nel fatto che durante il lavoro i tecnici della troupe uscivano dai loro ruoli professionali abbandonando telecamere e microfoni per entrare nello psicodramma? (4)
  • Amo Roma, ci venivo da bambina con i miei genitori all'Hotel Hassler, poi di nuovo fino al 1972, quando un giovane intervistatore, ora regista e psicanalista, Ottavio Rosati, mi spiegò l'inutilità d'un albergo costoso, quando c'era un'incredibile casa in via Lungara [...] Rosati mi aiutava. Smontavamo la casa e per 4 anni feci trovare l'omino delle caldarroste, tanti minuscoli alberi carichi di regalini per gli amici. Mi pareva di poter ricreare il salotto multinazionale che avevo avuto fino a poco prima. Era bello... (5)
  • Ottavio Rosati, di cui conosco speranze e sogni di luce, di cui conosco malati guariti,   malati che guariranno nei misteriosi sconquassi di inconsci crudeli, | malati che lo invocano durante la notte protetta dal Buddha, malati che si aggrappano alla sua forza, fino a lasciarlo sgomento. Grazie eroe silenzioso di abnegazione a un'idea, grazie, generosissimo uomo che conosce gli Dei. (6)
  1. Ottavio Rosati mi è stato presentato nel 1973 per un'intervista, dall'editore che è rimasto il più caro della mia lunga serie: alludo a Raimondo Biffi, editore dell'Arcana che mi ha commissionato due libri rimasti nel mio cuore: C'era una volta un beat e Beat Hippie Yippie. Rosati che era molto giovane allora, palesemente molto più maturo della sua età, mi ha impressionato per la sua insolita genialità [...] La nostra lunga amicizia gli ha permesso di conoscermi bene, anche perché, da quando l'ho incontrato, so con quanta passione svolge la sua attività di regista. Sia in ambito clinico con i suoi psicodrammi, sia nella divulgazione della psicoanalisi, sia in campo puramente creativo [...] Di Ottavio mi diverte molto il suo humor che spesso è irresistibile sia quando gioca a canzonarmi, sia quando gioca a canzonare gli altri. Quello che di lui mi fa arrabbiare non riguarda nessuno. (7)

  2. Ottavio Rosati protervo e ribaldo, sfacciato e aggressivo, cinico e irruente, si capiva dopo cinque minuti che questa messa in scena proteggeva una generosità patologica e una gentilezza di altri tempi. A 20 anni era davvero convinto, (e lo è tutt'ora che ne ha più di 40) che per vivere le esperienze accessibili attraverso i funghi allucinogeni o LSD, lo psicodramma sia più che sufficiente. (8)
  • Un vero trickster. Ottavio mi commosse con regali sempre più raffinati, il primo nel 1978: un ciondolo di radice di agata che resta tra i miei ricordi più cari, una collana di murrine antiche che mi portò da Venezia nel 1980, una collana d'oro che comprò al museo di Bogotà, quando andò a tenere un seminario in Bolivia negli anni Novanta. In una conferenza che fece gratis (di nascosto) in un'altra città, Medellin, lo compensarono con una scheggia di smeraldo. Che mi accompagna sempre nella scatoletta di cinghiale dove conservo le mie mitiche spille di Gertrude Stein. (9)
  • Credo sia sempre emozionante vedere la propria vita raccontata da altri, tanto più quando è raccontata da amici. Per esempio solo Ottavio Rosati poteva avere l'idea di circondarmi dei pappagalli di via Lungara [...] Il perché me lo rivelò alla fine del film ridendo come un bambino: 'Sono uno bianco, uno verde e uno rosso. I colori della bandiera italiana. L'unico modo di metterla era in forma di pappagallo. Con la bandiera vera diventava un film fascista'. (10)
  • Quanti anni, 22, 2.000.000, una vita breve per te, troppo lunga per me. Che ti ho visto passare, silenzioso, amoroso, a aiutare anime stanche che parevano senza rimedio. Un rimedio l'hai trovato per tutte, sempre sornione, criptico in understatements un po' magici, un po' furbacchioni, sempre più generosi della realtà. Grazie per tutti, trickster antico, amico del Buddha e Buddha tu stesso. (11)
  • Quanto vorrei che tu fossi sempre felice, quali che siano le tue scelte e ti augurassi che la tua scelta della libertà non ti tradisca mai [...] Diventerai sempre più bravo e io avrò sempre più soggezione di te e sempre meno posto nella tua vita. Sempre più rimpianto per un destino che non si poteva cambiare. Ma la tua fotografia con i ricciolini dei vent'anni l'avrò sempre con me anche se tu forse non la ricordi più. (13)

 

 

 

1.   Da Ottavio Rosati in I miei quadrifogli, Frassinelli, 2000, p. 61. ISBN 8876845917

2.   'Rai3 tra Pirandelli e pazzarielli' (1992) Conferenza al Teatro Stabile di Torino)

3.   Dalla prefazione a 'Da storia nasce storia' di Ottavio Rosati, Nuova Eri Rai, 1994, p.14

4.   Dalla prefazione a Da Storia nasce storia di Ottavio Rosati, Nuova Eri-Rai, 1994, p. 9. ISBN 8839707956

5.   'Rai3 tra Pirandelli e pazzarielli 1992' (Conferenza al Teatro Stabile di Torino) in Scritti Ipod

6.   Fernanda Pivano, La Dialisi (1999) manoscritto del testo in La vita cinematografica di Fernanda in Plays rassegna stampa

7.   Dall'intervista di Rossana del Chierico Moretti Antiche amicizie in 'Via Condotti', cat. Fondazione Benetton studi e ricerche, A.3, n. 8-9, pp. 18-20 riportata in Plays.it

8.   Dalla prefazione a Da Storia nasce storia di Ottavio Rosati, Nuova Eri-Rai, 1994, p. 9. ISBN 8839707956

9.   Generazioni d'amore - Il teatro del tempo di Fernanda Pivano, booklet del DVD Le quattro Americhe di Fernanda Pivano, pag 7, Istituto Luce Cinecittà, 2020,  CODICE LD 20120

10.              Dalla prefazione a Da Storia nasce storia di Ottavio Rosati, Nuova Eri-Rai, 1994, p. 9. ISBN 8839707956

11.              Fernanda Pivano, Rai3 tra Pirandelli e pazzarielli in Scritti Ipod

12.              Fernanda Pivano, Quanti anni, 22, 2.000.000? in Scritti ipod

13.              Fernanda Pivano, 11 marzo buddhista (1998)  in Scritti ipod

 

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