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IN RICORDO DI MIO PADRE, WILLIAM L. MORENO di Joseph Moreno

 

Tratto dal libro di J. L. Moreno Le parole del padre tr. it. 2014 a cura di Joe Quercia. 

Per gentile concessione della casa editrice Phasar, Firenze www.phasar.net

Per l'introduzione di J. L. Moreno a "Le parole del Padre" clicca qui

 

STORIA DI DUE FRATELLI

Di tutto ciò che è stato scritto riguardo Jacob Levi Moreno, la sua vita ed i suoi contributi, l'importanza che ha rivestito la relazione con suo fratello William (mio padre) appare largamente trascurata. Ad esempio, nella biografia di Moreno Marineau (1989), rispetto a WiIliam dichiara solamente: «E’ stato il primo dei Levy ad emigrare negli Stati Uniti. Grande ammiratore del fratello Jacob, l'ha aiutato finanziariamente a Vienna e poi a New York». Sicuramente vero, ma questo scarno riferimento ci dice poco di quella complessa «associazione» durata tutta la vita e di come abbia avuto un profondo impatto sulla vita di entrambi, quanto sulla mia.
Jacob e William nacquero a Bucarest, in Romania. Jacob nel 1889 e William nel 1892. Jacob, in quanto fratello maggiore, ha avuto accesso alle migliori opportunità di educazione ed è stato sostenuto nella sua formazione medica universitaria. William che sicuramente aveva le medesime potenzialità per eccellere in un'educazione superiore fu obbligato ad entrare nel mondo del lavoro sin dalla giovane età, presumibilmente già a dodici anni. Nel periodo in cui vissero in condizioni finanziarie precarie a Vienna, con un nucleo familiare composto da tre fratelli, tre sorelle ed un padre sovente assente ed irresponsabile, la pressione esercitata su William perché contribuisse alle necessità della famiglia fu notevole. Mi raccontò delle lunghe giornate che in gioventù passò in ufficio a lavorare. Da adulto la sua vocazione per gli affari non fu mai una scelta bensì indotta da questa sua precoce condizione. Durante questo periodo William diede inizio al modello di aiuto a Jacob che fu esteso per tutta la loro vita; quindi mentre Jacob frequentava l'università condivideva le sue crescenti idee creative con William. Il suo aiuto includeva passare lunghe notti insonni battendo a macchina gli scritti di Jacob, dopo aver lavorato dodici ore in ufficio. Nonostante questo supporto non fosse preteso, era un lavoro dettato dall'amore e dimostrava la convinzione di William nel potere e nell'importanza delle idee di Jacob. Sembrava essere l’unico membro della famiglia che lo comprendesse.
Tutti coloro che incontrarono Jacob erano d'accordo nel ritenere che personificasse tutto ciò che promuoveva nel suo lavoro; la primaria importanza della spontaneità e della creatività. Fu un eccellente modello di riferimento per le sue idee; l'uomo e il suo lavoro erano inscindibili. Anche William, seppur avesse una personalità per molti versi differente, a sua volta possedeva quelle qualità di spontaneità e creatività, seppur espresse con uno stile meno fiammeggiante. La speciale spontaneità di William può essere ritrovata in un memorabile incontro tra lui e Jacob che si svolse a New York, probabilmente negli anni Cinquanta. Era la notte di Capodanno e la cena in un ristorante affollato vedeva come partecipanti oltre ai due fratelli e altri ospiti, Zerka e Walter Klavun (attore, tra i primi seguaci dello psicodramma in America). L'intero gruppo stava diventando sempre più impaziente e seccato a causa del personale del ristorante sempre occupato e distratto. Non stavano ottenendo nessun servizio, erano affamati ed anche dopo aver atteso un tempo interminabile, non erano riusciti ad effettuare l'ordinazione. Finalmente Klavun, l'attore, che possedeva eccellenti abilità sociali, riuscì ad attirare uno dei camerieri. Mentre discretamente gli passava una banconota da cento dollari, cominciò a negoziare cibo e servizio. Nonostante questa trattativa la situazione rimase invariata: niente servizio e niente cibo. A questo punto, e senza annuncio William si alzò, si diresse direttamente alla cucina del ristorante, riempì di cibo un largo vassoio e lo portò in tavola per sfamare il gruppo di affamati. Il commento di J.L. a questo gesto fu: «Ecco la differenza, Klavun è un attore, William un uomo d'azione!». Difatti William era un grande uomo d'azione, un uomo che metteva il cibo in tavola, sia letteralmente sia in senso figurato, per chi godeva della sua simpatia.

 

RIGUARDO MIO PADRE, WILLIAM

William era mio padre e naturalmente lo osservai in molte situazioni. Lo guardai dimostrare gli aspetti di spontaneità e creatività che più tardi avrei ritrovato in Jacob e che ora riconosco come essenzialmente psicodrammatici.
Jacob è spesso ricordato per i suoi primi e formativi incontri con i bambini nei parchi di Vienna. William anche possedeva una grande affinità con i bambini.
Non perse mai occasione per interagire con loro, utilizzando modi giocosi che non hanno mai fallito nel coinvolgerli. La sua intenzione era di comunicare, entrare in contatto con il loro mondo senza aspettarsi che loro entrassero nel suo. Regina, la figlia di Jacob ha ricordato come William facesse magnifici giochi d'invenzione con i bambini e come impersonasse con lei un ruolo paterno.

Ricordo la modalità psicodrammatica di mio padre nell'incontrare gli adulti; umanizzava l'interazione e dissolveva le usuali barriere che di solito mettono distanza tra le persone. Ricordo come si riferiva a quelle persone che avevano un ruolo di servizio come camerieri, collaboratori domestici, ecc. Non si attenne mai a ciò che ci si aspettava dalle norme formali ma incontrava le persone in modi che spezzassero i confini sociali e che portassero ad una vera comunicazione. Un esempio di ciò lo ritrovo in quella volta in cui parlò ad uno stupito cameriere in maniera umana ed apprese che era anch'esso di Bucarest. Lo invitò quindi a casa nostra come ospite d'onore, il suo modo creativo di incontrare gli altri, entrando nel loro mondo e facendo cadere le formalità, alla ricerca del vero tele con il prossimo, fu un importante modello di comportamento per me. Influenzò il mio personale stile di comunicazione interpersonale, sia nella vita che nel mio lavoro terapeutico con lo psicodramma, con i singoli individui e con i gruppi.
Ogni fratello possedeva la capacità di comunicare in modi che trascendevano i confini delle convenzioni; probabilmente ciò intensificò il legame che già li aveva uniti in gioventù.

 

SOSTEGNO E RICERCA

È risaputo che Nissim Levy, il patriarca dei Moreno era un padre distante e negligente. Forse l'assenza di una figura paterna supportiva fu un'inconscia motivazione per Jacob nel cercare quel tipo di connessione la cui espressione ultima si ritrova nel suo grande lavoro Le parole del Padre. In ogni caso, prima della catarsi emotiva che lo condusse a scrivere quel libro, all'età di trentun anni, ci furono parecchi anni formativi. Durante quegli anni il supporto emotivo che Jacob avrebbe potuto ricevere (in una famiglia più normale) da suo padre sembra essere stato fornito dal suo più giovane fratello.
William ammirava la creatività innovativa di Jacob, condivideva i suoi successi e si interessò attivamente alla nascita dello psicodramma a Vienna. Fu anche sponsor del Das Stegreiftheater (il primo Teatro della Spontaneità) di Vienna nel 1922. Uno degli amici di William in quel periodo era un ungherese completamente sconosciuto di nome Peter Lorre.

Lorre era sostanzialmente un mendicante quando William lo scoprì per le strade di Vienna e riconobbe il suo potenziale. Lo introdusse al fratello ed a questo nuovo mondo del teatro sperimentale. Questa connessione aprì la porta alla successiva carriera come attore di successo di Lorre in Europa ed America.

Il ruolo di William come sostenitore finanziario del lavoro del fratello è conosciuto in modo generico. All'inizio, quando la comunità psicoterapeutica austriaca ed americana largamente rifiutò le idee di Jacob, il supporto di William fu fondamentale. Negli anni in cui questo sostegno contò maggiormente, quando Jacob faticava per affermarsi, William era un uomo povero che andò incontro a numerosi sacrifici finanziari per aiutare il fratello. Questi aiuti permisero a Jacob di sviluppare il primo teatro della spontaneità a Vienna (e in seguito a New York), i suoi uffici, il teatro e l’ospedale privato a Beacon. Negli Stati Uniti contribuì all’acquisto del Sanatorio di Moreno a Beacon, a costruire il palco nell'ufficio di Park Avenue che aprì nel 1941 così come all'ultimo teatro sulla West 78th Street. Senza questi luoghi nei quali praticare, sviluppare e pubblicizzare il proprio lavoro è difficile immaginare che le sue idee avrebbero potuto ottenere riconoscimenti così presto; quindi senza William questa storia sarebbe potuta essere molto diversa.
Mentre William forniva il suo supporto a Jacob era contemporaneamente anche il primo sostenitore della loro madre che ora viveva a New York, della sorella Lotte (che rimase in Europa), così come della propria famiglia, che consisteva di mia madre, Anne ed io. William era discreto per quanto concerneva i contributi finanziari al lavoro del proprio fratello, non voleva riconoscimenti e rifiutava che il proprio nome fosse inserito su placche commemorative.
Durante la Seconda Guerra Mondiale William avrebbe temporaneamente preso in prestito fondi per aumentare il suo conto in banca al fine di ottenere un saldo di cinquemila dollari. Questa era la cifra minima richiesta dal Dipartimento di Stato per quegli Americani che volevano sponsorizzare l'immigrazione di Ebrei negli Stati Uniti nel tentativo di sfuggire alla morsa dell'Olocausto Hitleriano.
Egli utilizzò questi rendiconti bancari per convincere le autorità di avere sufficiente denaro per sostenere l'immigrazione di oltre ottanta famiglie Ebree Austriache. Li salvò dall’annientamento in questo modo creativo. Non appena i loro visti venivano rilasciati restituiva i prestiti bancari così come li aveva ricevuti. È stato il «padre» di molti, eppure non aveva un proprio vero padre.
Forse vedeva in Jacob una sorta di padre simbolico, ma Jacob era troppo assorbito dal proprio lavoro per giocare troppo a lungo questo ruolo. Essendo incrementata la sua fama e la sua statura professionale aveva meno tempo a disposizione e, naturalmente, era anche coinvolto nella sua relazione con Zerka che incontrò nel 1941. Questo diede inizio ad un graduale periodo di distacco tra i due fratelli, cosa che fu difficile per William. C'era sempre stato un legame tra di loro a cui William ha sempre dato un peso importante. Negli anni successivi rimase deluso dai loro rari contatti. Jacob otteneva sempre più riconoscimenti e veniva adulato ovunque. Nonostante non abbia mai cessato di apprezzare William sembrava non aver più bisogno della sua generosità e del suo supporto emotivo. Comunque, ha dedicato il suo Psicodramma Volume 1 a William con le seguenti parole: Dedicato a mio fratello William L. Moreno, Sponsor del primo Teatro Terapeutico di Vienna del 1922 e Fondatore del Teatro di Psicodramma di New York nel 1942. Possiedo una copia risalente al 1946 alla quale è aggiunta una dedica scritta a mano da Jacob che recita: A William con saluti fraterni.

PRIMI INCONTRI - PERSONE, MUSICA E PSICODRAMMA

William era un padre amorevole ed un uomo che io amavo e ammiravo profondamente. Era un musicista dilettante, suonatore di mandolino autodidatta; mi incoraggiò nella mia personale crescita musicale. Pertanto la mia vocazione musicale, in parte dovuta alla sua influenza, mi ha portato alla mia carriera musicale ed alla musicoterapia. William mi ha anche dato un altro dono unico che era direttamente collegato alla relazione con suo fratello, ed anche questo ebbe una profonda influenza sulla mia vita. Da bambino ho incontrato Jacob quando occasionalmente con i miei genitori ci recavamo in visita a Beacon ed avevo un profondo legame con Regina, la figlia avuta da Jacob durante il suo primo matrimonio con Fiorente. All'età di ventuno anni ero un musicista alla Boston University e mi concentravo sui miei studi senza nessun pensiero inerente la psicologia o settori collegati. Il mio unico contatto con Jacob era la consapevolezza di avere uno zio famoso, un rinomato psichiatra.
Egli occupava una parte marginale della mia vita ed era essenzialmente uno sconosciuto a cui vagamente associavo ricordi della mia infanzia. Mentre William mantenne la sua relazione con il fratello, questi rimase al di fuori della sfera della mia esistenza. Fu quindi una sorpresa quando, studente della Boston University ricevetti un'amichevole lettera da questo mio zio. Mi scrisse del suo imminente arrivo in città per una dimostrazione di psicodramma all'università esprimendo il desiderio di incontrarmi e fare conoscenza. Ero incuriosito e feci in modo di essere al dipartimento di psicologia dell'università la sera concordata.
AI mio arrivo Jacob stava conducendo uno psicodramma pubblico, il primo che avessi mai visto, anche se inconsciamente mi parve familiare e riuscii facilmente ad ottenere durante la sessione un ruolo come lo-ausiliario. Quindi, ho incontrato per la prima volta mio zio in età adulta, durante uno psicodramma ed ancor prima che ci fossimo ri-presentati. Devo aver interpretato bene il mio ruolo visto che più tardi (dopo essermi presentato a J.L.) un docente della Boston University unitosi a noi si complimentò con me per la mia abilità nel ruolo di Io-ausiliario e J.L. a questo complimento commentò: «Un altro genio della famiglia Moreno!». E’ stato divertente ascoltare queste parole, anche se in seguito ho appreso che dispensava quei complimenti abbastanza di frequente! Mi trattenni per cenare con un gruppo impressionante che includeva J.L., Zerka e Hannah Weiner, una discepola di Moreno con la quale ero destinato a lavorare e che ho avuto modo di conoscere discretamente bene.
Comunque, fu Jacob Levi che mi impressionò maggiormente quella sera. Non rammento i dettagli di quella conversazione ma quello che ricordo è l'ispirazione che mi ha dato la sua energia, la creatività del dialogo e l'inizio della mia storia d'amore con lo psicodramma. In qualche modo una porta differente era venuta ad aprirsi dentro di me. J.L. possedeva l'abilità di aiutare le persone a generare un'espansione nella visione delle proprie possibilità e anche se non ne ero consapevole allora, credo che quel qualcosa che in me si è trasformato sia dovuto a quel primo incontro.

 

PSICODRAMMA A NEW YORK

J.L. suggerì che ci incontrassimo quando mi trovavo a New York, e da lì iniziarono una serie di incontri, solo un paio ed in un breve arco di tempo, che tuttavia ebbero un grande impatto sulla mia vita. Parlammo di molte cose, della vita in generale, ed in modo più pragmatico mi guidò attraverso le tribolazioni di una delle mie prime storie d'amore. Questi incontri ampliarono le mie prospettive sulla vita e diedero l'impulso al mio amore per lo psicodramma. Difatti, ci fu un'occasione in cui partecipai a una scena sul palco con J.L. al teatro di Beacon nella quale J.L. interpretò se stesso ed io presi il ruolo di mio padre che era preoccupato per me e nutriva dei dubbi rispetto alla mia scelta di carriera in ambito musicale. Fu un incontro memorabile.
A New York J.L. mi invitò a partecipare a tutti gli psicodrammi pubblici che si svolgevano diverse sere la settimana al Moreno Institute. Erano sessioni pubbliche incredibili e sempre imprevedibili, con un'affascinante combinazione casuale di partecipanti. Anche se non era più J.L. a condurre le serate, divenni un discepolo di Hannah Weiner, che dirigeva queste sessioni in modo meraviglioso. A quei tempi studiavo musicoterapia ed il mio coinvolgimento io quelle sessioni, sommato al mio crescente interesse per lo psicodramma fu da stimolo per le mie idee sulla possibilità di integrare la musica allo psicodramma.
Jacob, che aveva anche fatto esperienze con musica e psicodramma appoggiò le mie idee. In risposta ad ogni sfida creativa il suo atteggiamento tipico era: «Perché no?». Intorno alla fine degli anni Settanta ho iniziato a sviluppare un approccio integrato alla musica ed allo psicodramma e con il passare degli anni questo lavoro diventò la mia specialità e culminò nel mio libro: Acting Your Inner Music: Music Therapy and Psychodrama (1999) legato da un filo conduttore al mio primo incontro di Boston con Jacob.

 

RIFLESSIONI SU VICENDE E RELAZIONI DEL PASSATO

Più tardi cominciai a domandarmi dell'invito all'incontro di Boston e del perché J.L. mi abbia contattato. Col tempo sono stato in grado di darvi una spiegazione.
Mio padre mi confermò successivamente che essendosi preoccupato per il mio futuro contattò Jacob e gli chiese di contattarmi per vedere come me la stavo cavando ed eventualmente aiutarmi ad orientarmi se necessario. J.L. raccolse l'invito e così, aiutando il figlio ripagò in qualche modo William per la generosità dimostrata in passato nell'aiutare ii fratello. Questo si rivelò un incontro propizio.
William stimolò il mio primo coinvolgimento nella musica e Jacob mi introdusse al mondo dello psicodramma. La combinazione di questi due elementi costituì una grossa fetta della mia vita lavorativa. Questa convergenza non proveniva solo dalle influenze ricevute separatamente dai due fratelli ma anche dalla loro inseparabile confluenza, che derivava dalla loro relazione così stretta e che arricchì la mia vita in così tanti modi, sia professionali che personali. Il mio nome mi fu dato prendendo ispirazione dal Joseph dell'Antico Testamento, un protagonista che, forse non per coincidenza, aveva dei problemi con i suoi fratelli, ed il mio secondo nome derivava direttamente da quello di mio zio.
Nel 1974 J.L. è scomparso, due anni prima di mio padre. Mi ricordo la sua tristezza quando si recò a Beacon, in visita a Jacob nei suoi ultimi giorni. Come raccontò mio padre fu un caloroso incontro finale. Non ho idea di cosa William provasse a quei tempi. Naturalmente era presente la tristezza per la perdita del suo amato fratello ed un chiaro richiamo all'avvicinarsi della propria morte.
Io sospetto egli rimpiangesse di non aver mantenuto la loro, un tempo così stretta, relazione.

 

CONCLUSIONI

Nel 1963 William udì le parole di una preghiera pervenirgli in sogno e le inviò al fratello. Jacob le menziona in una nota: Caro William: molte grazie per la tua bella preghiera che, con il tuo permesso, potremmo includere in una futura ristampa de 'Le Parole del Padre'.
Mi lusinga che le accorate parole di William, specchio fedele dello spirito di un uomo fuori dal comune, 
siano accolte in questa edizione del libro.

 

Una Preghiera e una Lacrima

C'è un tempo per vivere

C'è un tempo per morire

Ci sarà un tempo in cui impareremo a vivere gli uni con gli altri

Ci sarà un tempo in cui ci ameremo l'un l'altro

Ci sarà un tempo in cui saremo uniti a te, oh padre

Oh che il tempo sia adesso

 

EPILOGO

Nel Settembre del 2010 ho ricevuto una sorprendente email che diede una meravigliosa conclusione all’episodio narrato in questo articolo in relazione a mio padre come uomo d'azione.
Quell’episodio ebbe luogo quaranta o cinquant'anni fa quando ero molto giovane. L'interprete della storia, Klavun, una persona che mi era familiare ma che non conoscevo personalmente. La mail che ricevetti veniva da una donna di nome Alice che aveva appena letto il mio articolo e che mi informava essere la figlia dello stesso Klavun. Ecco quello che scrisse:

Mio padre era Walter Klavun, l'attore. Negli anni Sessanta eravamo in un ristorante ed il servizio era così cattivo che mio padre entrò in cucina, si sedette e disse: "Scommetto che dovrò proprio sedermi qui se voglio essere servito”. Ero cosi imbarazzata. Ora so da dove proveniva questo suo comportamento. Se solo avesse dato al cameriere una banconota da cento dollari!

Credo questo sia stato uno spettacolare esempio di un protagonista che ne riscalda un altro, nonché una prova che la spontaneità è contagiosa. A mio padre sarebbe piaciuto moltissimo!

 

Riferimenti bibliografici

Marineau, R. (1989) Jacob Levi Moreno 1889 - 1974: Father of Psychodrama, Sociometry and Group Psychotherapy. Routledge: London and New York

Moreno, A. Personal communications

Moreno, J.  J. (1999) Acting your lnner music: music therapy and psychodrama MMB Music Inc.: Saint Louis

Moreno, J. L. (1946) Psychodrama: First volume, Beacon House, New York

Moreno, R. (2005) Personal communication

Moreno, Z. T. (2004) Personal communication

 

Nota sull'autore

 

Joseph Moreno is Professor Emeritus of Music Therapy at Maryville University and Director of the Moreno Institute for the Creative Arts Therapies in Santa Fe, New Mexico, USA. He has long maintained an interdisciplinary approach to his work and is internationally recognized for his creative and groundbreaking work that has served to bring together the disciplines of music and psychodrama in group therapy processes. He has presented workshops in more than 50 countries and has been a sought-after keynote presenter at many international conferences. He is also known for his extensive field research into the indigenous world traditions of music and healing and the connections of these practices to further deepen our understanding of the role of the creative arts therapies in contemporary psychotherapy.
Joseph Moreno has authored the book, Acting Your Inner Music: Music Therapy and Psychodrama, inspired by the legendary work of his uncle J. L. Moreno, the creator of psychodrama. This innovative book has been widely translated and published in a number of foreign editions and has become an essential resource for creative arts therapists seeking to develop integrative approaches to their work.
His numerous articles have been published in prestigious American journals and translated and published in 14 international journal publications. In 2001 he was presented the National Award in Research and Publications by the American Music Therapy Association.
In 2007 he was presented with the Innovator's Award by the American Association for Group Psychotherapy and Psychodrama. 

 

info: www.morenoinnermusic.com

 

 

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